OSTUNI - LECCE - ALBEROBELLO

"Eudaimon"
Puglia

eUDAIMONIA

IL "BUON DEMONE"

Il Bene è il fine, e il fine al quale ogni uomo tende, osserva Aristotele, è la Felicità. Colui che la
realizza necessariamente la condivide con gli altri e li spinge a promuovere il proprio ben-essere. Solo
se ciascuno esercita il filosofare per sé insieme all’altro, comprendendo l’altro, può essere pienamente
se stesso. Se questo è vero per le più profonde e autentiche ragioni della riflessione umana che l’Ellade
realizza in Magna Grecia, lo è soprattutto in quel territorio estremo delle penisola italica, strenuamente
proteso tra Oriente e Occidente, baciato e corroso dal vento e dal sole, dove si incontrano Nord e Sud
dell’Europa: quella che è oggi la Puglia. Attraverseremo lo spazio e il tempo, la cultura contadina e la
ricerca filosofica, visitando i trulli di Alberobello, la bianca Ostuni e Lecce, una delle capitali del
Carnevale italiano. Una terra ricca di calore e armonia, ma anche di forze ancestrali e potenze
oltreumane, che coniugano elementi della natura, vita ed energie meravigliose. Così il sapere ellenico,
nel corso dei secoli, diventa ellenistico e il percorso filosofico è sempre di più un momento nel quale,
dagli elementi disseminati nell’antica terra della Magna Grecia, emerge e continua ad affermarsi ciò
che non è mai troppo tardi, o troppo presto, per coltivare: la gioia del sè e la ricerca dell’eu-daimon che
ci rende unici. Se Socrate aveva parlato del “buon demone” che bisogna lasciar emergere e ascoltare in
noi, è forse Epicuro che ci trasmette una strada, un concreto esercizio del sapere. Solo attraverso i
limiti di quell’esperienza che costituisce la ricerca di senso, emerge la capacità di riconoscere la
propria libertà e il proprio diritto ad esercitarla con consapevolezza ed equilibrio. Il Festival della
Filosofia in Magna Grecia vuole continuare a dar vita a questa ricerca e al diritto di trovare la propria
eudaimonia mettendo in pratica, come consigliava Epicuro, “un concreto filosofare” del sé,
rinunciando a vuoti esercizi speculativi. Nel lungo e ininterrotto cammino di questa esperenzialità
filosofica, Martha Nussbaum ribadisce la necessità, ancor più ineludibile oggi, di coltivare le nostre
capability, tra le quali quella della felicità realizzata è la più importante, “per essere in grado di avere
esperienze piacevoli e di ricercare il senso ultimo della vita prendendosi cura e stando in relazione con
tutto il mondo della natura”.